Non mi ha deluso questo remake del classico del 1960 (al contrario di quel altro, orripilante, inguardabile remake di "Ben Hur" uscito quasi in contemporanea) Il film rispetta tutti i canoni del western-pistoleri e accenna qualcosa di quelli degli indiani. L'elemento drammatico è molto ben sviluppato, basta ricordare che la sceneggiatura è firmata da quel Nick Pizzolatto che in TV ci ha regalato la migliore serie degli ultimi anni, True Detective. Oltre al dramma anche la tensione è a mio parare ben congegnata. Niente da dire sugli attori, molto bravi e troverei ridicolo e puerile confronti con Yul Brynner o Steve McQueen. Probabilmente l'unico paragone accettabile è quello tra un magistrale Eli Wallach ed un insulso e fumettistico Peter Sarsgaard. Molto bella la colonna sonora che non doveva essere originale, durante diversi punti il tema di Bernstein, molto ben nascosta, ad un orecchio attento è percepibile, fino all'omaggio sui titoli di coda. Unico elemento negativo, sempre secondo me, è l'eccesso di quel politically correct che ormai già da anni inquina il cinema. Il gruppo eterogeneo protagonista del film (tanto da farlo sembrare il ponte comando dell'Enterprise) è accattivante, simpatico, funziona ma molto irrealistico per quelli anni, addiritura sopravvivono solo le minoranze. Bè forse tutto sommato è più che giusto, riparatore, visto che nell'epoca d'oro del western trovare un nero con la pistola era un'utopia.
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