domenica 16 giugno 2019

Kolya


Grande film, perfetto nella sceneggiatura, nella regia, nel montaggio, perfino il manifesto originale (gli occhi di Luka coperti dalle manine del bambino) sembra un'opera d'arte. Il film vinse nel 1997 l'Oscar al miglior film straniero e se non sbaglio è stata la prima volta per la Repubblica Ceca, abbastanza inusuale se pensiamo che il grande regista Milos Forman è di Praga.  Il regista di questo Kolya è invece Jan Svěrák, che successivamente ha girato un altro bel film, "Vuoti a rendere"
La storia pur non originalissima e' raccontata in un modo del tutto nuovo da farcela percepire come unica e universale. Si interseca perfettamente con gli avvenimenti storici, prima lievemente accennati e poi diventati parte integrante della trama. Commistione tra commedia e dramma perfetto. Un "non-lieto fine" da farcelo sembrare un lieto fine. Infine la recitazione davvero superlativa sia  Zdenek Sverak (padre del regista) che i personaggi secondari (l'amica cantante, la madre, i poliziotti) ma soprattutto il bambino, Andrej Chalimon. Secondo me mai nel cinema si e' visto un bambino recitare in questo modo. La scena della finta telefonata alla nonna nella vasca e' di per se' un capolavoro. Un pensiero viene in mente: il bambino non sta recitando. Il suo dolore e' autentico. E questo trascende ogni idea di cinema.